02/01/12

Recensione di "Irma Vep" su Ondalternativa

Di Gabriele Solo Mangano

"Malinconia. Ecco la prima parola che mi viene in mente appena inizio ad ascoltare questo lavoro degli Amp Rive. E sia chiaro che non è da intendersi come valore negativo per un album. Al sottoscritto, come spero ai più accaniti ascoltatori di musica (seria), la musica deve prima di tutto trasmettere qualche emozione per far crescere inconsapevolmente la voglia di continuare ad ascoltare fino in fondo ogni brano di un disco, soprattutto quando si tratta di musica strumentale, come in questo caso.

L’album inizia con “Procession” e subito la mia mente mi trasporta in quei suoni lontani, tipicamente anni ’70, che mi ricordano con grande stupore e apprezzamento per questa band i primissimi Deep Purple (impossibile farsi confondere dall’intro) e i momenti più melodici dei Pink Floyd. Un pezzo che si lascia ascoltare e che scivola via bene fino ad arrivare all’apertura intorno ai 3 minuti dove invece mi viene voglia di chiudere gli occhi e immaginare posti diversi, persone strette nei miei ricordi. Quando una canzone mi da queste sensazioni, per me c’è senza dubbio del valore. Segue “Best kept secret”, seconda traccia tradotta anche in video, che, apprezzabile anch’essa, non mi da le stesse emozioni della prima “Procession”. Ottima comunque anche qui l’apertura. Passo a “A sort of apology” dove un bellissimo intro di batteria lascia spazio ad un gustoso gioco tra le chitarre. Devo ammettere che qui gli intensi giochi di chitarra e tastiera mi appassionano talmente tanto da non notare che la sezione ritmica sta facendo un egregio lavoro.  Un intenso finale mi porta a “Clouded down”. Qui le melodie non mi danno proprio le stesse emozioni della precedente traccia ma riesco invece ad apprezzare a pieno le incursioni di basso e alcune “cavalcate” e rullate di batteria che, per tornare qualche riga più su, mi ricordano il grande Ian Paice. Una canzone molto lunga, più di otto minuti, che mi accompagna a “If”. L’inizio si lascia ascoltare come tutto il resto dell’album fin’ora, ma verso il minuto e venti ecco che di nuovo mi torna quella voglia di chiudere gli occhi che ho avuto con la prima traccia. Di nuovo continuo ad ascoltare e verso i tre minuti e quaranta, o giù di li, richiudo gli occhi. Immediatamente dopo ricomincia quella splendida armonia tra tutti gli strumenti, fino ad esplodere in un’apertura veramente piena di suoni che si intersecano perfettamente tra di loro.  Aspetto la fine di “If” per passare a “The apocalypse in F”, ultima song dell’album. Molto piacevole anche questa traccia finale che mi accompagna con dolcezza alla chiusura dell’album.

Il giudizio finale è che questo è un album di valore, senza alcun dubbio, suonato tecnicamente bene, a volte forse un po’ troppo ‘trascinato’, il che comunque non da assolutamente fastidio. “Procession” e “If” le tracce più belle e emozionanti. Una musica libera mi verrebbe da dire, in un momento dove la libertà di espressione artistica è minacciata dalla dittatura della musica pre-confezionata. Consiglio questo album a chi ha voglia di emozionarsi fondendo la musica degli Arm Rive con la propria mente.
Lo sconsiglio invece a chi si aspetta la canzone da singolo da 3 minuti in cui si racconta l’amore vero ai tempi del liceo."

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